Il primo momento del Bif&st 2016 non poteva che essere riservato a lui, che ne era stato Presidente fin dalla fondazione e che con la sua puntuale presenza e i suoi interventi ha segnato, anno dopo anno, tutte le edizioni del Festival, concependone anche il programma insieme al Direttore Felice Laudadio. Ettore Scola è stato ricordato stamattina a Bari al Teatro Petruzzelli, dopo la proiezione del suo ultimo film Che strano chiamarsi Federico, da alcuni delle attrici e degli attori che hanno lavorato con lui, in un incontro coordinato dal critico francese Jean Gili.
Il fondatore e direttore del Festival del Cinema Italiano di Annecy ha salutato la famiglia di Scola presente al Petruzzelli, comprese la moglie Gigliola e le figlie Paola e Silvia, accolte da un lungo applauso del pubblico, per poi ricordare come l’apertura del Bif&st 2016 avrebbe dovuto essere un’altra: era infatti in programma una conversazione tra lui e Scola su Marcello Mastroianni, cui è dedicato il Festival. Si è trasformato invece in un appassionato e appassionante omaggio da parte di otto interpreti la cui carriera, secondo il giudizio unanime, è stata profondamente segnata dalla loro partecipazione ad uno o più film diretti dal Maestro scomparso il 19 gennaio scorso. Una carrellata di aneddoti (“Ne ho talmente tanti su di lui da riempire una vita intera” ha detto Rolando Ravello che proprio Scola fece esordire al cinema accanto ad Alberto Sordi per Il romanzo di un giovane povero, chiamandolo nuovamente per La cena, Concorrenza sleale e Gente di Roma), dove i racconti di set si sono alternati a ricordi dell’uomo, del suo carattere, della sua intelligenza, ironia, maestria (e “della sua bellezza, eleganza e fascino” ha rimarcato Daniela Poggi, che recitò ne La Cena mentre Antonella Attili, già in Concorrenza sleale e poi in Che strano chiamarsi Federico fu colpita dalla sua “precisione del linguaggio, non sbagliava mai un aggettivo”). I set stessi di Scola, nelle parole dei suoi attori, sempre somigliavano all’uomo, erano permeati di armonia, di collaborazione, spesso di allegria. Set che talvolta ricostruivano un intero microcosmo (appartamenti, ristoranti, terrazze) che appariva reale persino a chi vi doveva recitare, aiutandone la concentrazione e l’immedesimazione (“il set di La famiglia nel Teatro 5 di Cinecittà” – ha ricordato Andrea Occhipinti – “era talmente perfetto che nelle pause io andavo a riposare nel letto di quella che era la mia cameretta nel film”). Unanime il giudizio sulla sua capacità unica di dirigere gli attori (“sapeva essere autoritario senza essere roboante”, secondo Massimo Wertmuller, che fu ne Il viaggio di Capitan Fracassa, “ti faceva scoprire che si può recitare anche senza rendersene conto, riusciva ad ottenere sempre quello che voleva in modo naturale”, secondo Valeria Cavalli che fu Maria in Mario, Maria e Mario).
Nell’incontro cui hanno preso parte anche Francesca D’Aloja (“a partire da La cena lui e Vittorio Gassman sono diventate persone fondamentali nella mia vita”) e Anita Zagaria che era nel cast di Concorrenza sleale (“mi colpiva il suo senso dell’umorismo, così tagliente”) sono stati evocati anche i nomi di alcuni dei tanti artisti e personaggi che hanno ruotato attorno ad Ettore Scola, da Franco Committeri che produsse quasi tutti i suoi film, a Stefania Sandrelli, Furio Scarpelli, Alberto Sordi, Federico Fellini, Vittorio Gassman, Massimo Troisi. E, naturalmente, Marcello Mastroianni, l’attore che più volte recitò per lui e il cui tributo del Bif&st 2016 comprende una speciale finestra dedicata alla loro collaborazione (“Scola-Mastroianni 9 ½).